Una neomamma si sente più sicura con una puericultrice

La definizione di puericultura ebbe origine nella seconda metà dell’Ottocento, ed era intesa come quel ramo della pediatria che si andava ad occupare tanto di aspetti igienici quanto dell’allevamento di un bambino. Non per nulla, oggi la figura della puericultrice è una figura professionale riconosciuta dal Ministero della Salute.

Alla base della preparazione di una puericultrice, quindi, vi è un grande numero di materie anche di carattere scientifico. Senza voler fare un elenco, è sufficiente ricordare come una puericultrice studia, tra le altre cose, materie come ad esempio psicologia medica, genetica, fisiologia e dietologia.

Ma oltre a ciò determinano la sua preparazione professionale anche materie come la sociologia, come pure i molteplici aspetti che sono tradizionalmente legati a tutti i variegati momenti che caratterizzano l’infanzia come, per esempio, il periodo prenatale, quello natale e, ovviamente, anche quello postnatale.

Quindi, si comprende molto bene come una puericultrice sia una figura professionale a 360 gradi, in grado di affrontare ogni aspetto che è legato alla cosiddetta prima infanzia, cioè quel periodo che si andrebbe a concludere al compimento del terzo anno del bimbo.

Pertanto, una puericultrice si occupa i tutto ciò che verte sia l’accrescimento sia lo sviluppo tanto psichico quanto fisico di un bambino e questo dalla nascita del bimbo fino alla conclusione di quella che è definita come prima infanzia.

Anche se le sue competenze sono vaste e approfondite, pur tuttavia, non si deve confondere la puericultrice con la figura del pediatra, soggetto che, invece, si occupa delle malattie e delle terapie necessarie al bambino.

Oggi, anche grazie alle varie agenzie online, non è poi difficile trovare una valida puericultrice che possa, quindi, aiutare ogni famiglia.